16 marzo 2011

Ma non vuoi crederci

"Se la persona A viene indotta 
a credere che la persona Z abbia una certa caratteristica, 
il comportamento che A tiene con
può portare quest'ultima a manifestare esattamente 
quella caratteristica"


Che è quello che ho sempre sostenuto. 
La persona che non mi vuole più ha voluto credere 
che volessi uscire dalla sua vita, 
inducendo inconsciamente tale comportamento. 
Amo questa facoltà. 

12 marzo 2011

Sarebbe comodo che fosse una malattia



Sono stanca. Fisicamente stanca, sempre, di continuo. Non riesco a stare in piedi più del necessario, non riesco a camminare per lunghi tragitti senza lamentarmi e desiderare di arrivare. Non riesco nemmeno ad intrattenere relazioni sociali troppo a lungo, e mi viene sonno con esagerata facilità, durante il giorno. 
La notte dormo male. La notte non riposo affatto e mi sveglio ancora assonnata. Vado a dormire tardi, come sempre e gli impegni vogliono troppo spesso che mi svegli presto. Altre volte non ho le forze nemmeno di uscire dieci minuti da casa. Davvero, riesco solo a pigiare i tasti del pc, ma persino giocare -e questo è doppiamente preoccupante- mi fa sentire gli occhi pesanti e poca lucidità mentale.
Tutto questo da un mese, forse di più, ormai.
E nell'ultima settimana si è accentuato, sebbene fortunatamente abbia avuto la buona idea di darmi malata per qualche giorno e sparire. Nessuno ha capito. O forse in pochi. Non chi avrei voluto.


Se solo potessi, mi chiuderei in casa con la mia musica, la vicina, caffè, pc, silenzio. Se solo potessi, riposerei per settimane, per mesi, senza la preoccupazione che questa scelta implichi l'abbandono.
Ma la gente si stufa di aspettarti. La gente non capisce, e quindi si stufa. E' lecito, ed è un giusto macigno sullo stomaco, un altro.


Persino le compagnie più piacevoli non sono desiderate, e prego che arrivi presto il momento di restare sola. Con poche eccezioni. Le eccezioni che non mi fanno pensare. Che non pretendono nulla da me. Che non mi danno un ruolo da seguire, e che dunque mi lasciano libera. Forse non capiscono, ma si adattano bene. 

Che non mi danno un ruolo da seguire.

7 marzo 2011

Questione di numeri



Spegniamo le vibranti note
del malinconico odore antico
dei ricordi e le memorie
distanti.

Spegniamo i colori accesi,
sacrificando i nostri occhi
per far respirare il morente cuore
offeso.

Spegniamo la nostalgica
prima persona plurale,
riducendola ad un giusto singolare
solitario.

Solo io, ora, tra le dita,
tengo il potere delle stelle,
e chiudendo le mani,
eclisso la loro vita
senza aiuto.

Spegnevamo
Noi. Insieme. Un tempo.
Spengo
Io. Da sola. 
E adesso.