Forza. Siamo chiari. Voglio essere chiara, una volta tanto. Vi riempio la testa di stronzate. Vi riempio la testa di frasi fatte, e magari sono anche convinta che possano servire a farvi sentire meglio, quando invece, si, come dice Glò, certe cose diventano solo rumore. Riempire il cuore degli altri con le nostre esperienze sperando che possa servire a qualcosa è una stronzata. Un'inutile stronzata. Riempire il mio di speranza, di progetti, di convinzioni, è una stronzata, perchè quando rimango la fuori da sola, senza la più pallida idea di dove andare, nella mia città, per tornare a casa, e giro per due ore in cerca di un modo per tornare, ho bisogno di mia madre e della polizia(!) per essere di nuovo qui a lamentarmi. E' una stronzata l'indipendenza. Non sarò mai indipendete, sono abbastanza incapace da non trovare una cazzo di strada, di sera, e da piangere per due ore dopo che il parrucchiere mi ha rovinato i prossimi sei mesi. E sono anche abbastanza idiota da pensare che si possano rovinare sei mesi con un banale taglio di capelli sbagliato. Sto ancora provando ad ascoltarvi e ancora a leggervi e ancora a restare in silenzio quando richiesto e spuntare quando immagino che venga desiderato, sto ancora cercando di andare dietro alla mia falsa maschera di altruismo che solo Gaia sa perfettamente che non mi appartiene. Dio santo, sono ancora convinta di essere quella brava persona che cerca di restare accanto agli altri, che non si offende se gli altri si dimenticano di lei, sto ancora fingendo di essere quella persona che non ha voglia di parlare di sè, come invece è, come è per tutti quanti quelli che conosco. E' una corsa, un rincorrersi continuo verso chi si guadagna un posto in più ed un minuto in più per parlare si se stessi. Ma vi rendete conto di quello che sto dicendo? Questo blog cominciava ad avere un senso quando è diventato privato per un periodo, o quando nessuno sapeva della sua esistenza ed allora eravamo solo io e lui. Non giocavamo a chi fa più pena a chi, non giocavamo a chi è più depresso di chi. Solo io e questi maledettissimi pensieri, peraltro tutti tristi, quasi tutti sfoghi di momenti in cui ero costretta a tacere. E ora è diventato l'urlo, per dire "eccomi, guardate come sono sofferente". Guardate, vi prego, aiutatemi. Ascoltatemi'. Credo di essere la persona pessima che la gente non immagina. Come quando Luana aveva elencato i miei pregi, quello che mi colpì di più era la pazienza, una delle doti essenziali che io non ho MAI avuto, e chi mi conosce lo sa bene. Sveva lo sa. Gaia lo sa. La pazienza. Mi viene da ridere, ora, ma allora capii che avevo sbagliato tutto. E ora non starò facendo gli stessi errori? Anche a scrivere tutto questo, non starò sbagliando ancora? Sapendo perfettamente che almeno due persone importanti della mia vita, se non di più, leggeranno parola per parola, soffocate magari da altri pensieri, e capiranno che tutto sommato è vero, si sta meglio da soli. Perchè non ci si può fidare di nessuno, perchè ognuno, come dice anche Mery, va alla ricerca di attenzioni, facendo la carità attraverso ogni cosa. Non cerco il perdono, qui, nè l'accusa. Nè si tratta di scuse nè di accuse a nessuno. Parlo di me, sia chiaro. E non voglio una risposta. Non mi importa. Questa volta non voglio che se ne parli, perchè dev'essere un intervento sincero.
Ecco perchè parlo di grottesca tragedia. Dobbiamo ostentare la nostra solitudine, per avvicinare più gente possibile. Ma il paradosso non è solo questo. E' che quando siamo circondati di persone, ci accorgiamo di essere inevitabilmente più soli di quanto non lo eravamo prima. Lo siamo sempre. Lo siamo ora. Io. Te. Lei. Nessuno merita nessun altro. Nessuno meriterebbe nulla, secondo la persona pessimista che sta battendo su questi tasti. Persona che non è Claudia. Persona che si è messa la maschera della falsa sincerità e vuole mostrare la cattiveria che c'è dietro quel corpo che batte sulla tastiera. Nessuno meriterebbe nulla, perchè ognuno di noi di fatto è egoista, senza rendersene conto. O ha paura. O sbaglia, pecca, o comunque vogliate chiamarlo. Resta solo accettare che sia così.
Voglio accettare di essere questa persona tristemente dilaniata dai dubbi, che cambia di continuo. Lo accetto. Voglio accettare di essere crudele, mediocre, affatto modesta, egoista, cinica, enfatica e qualunque altra cosa. Ammettere che a volte le mie parole sono guidate da 'questo è quello che vorrebbe sentirsi dire'. Perchè in effetti è così. Non è fatto con cattive intenzioni, il più delle volte, ma non va oltre l'apparenza di ciò che 'la gente' vorrebbe, e questo mi fa onore? No.
Voglio accettare questi capelli, anche se so che non ce la farò mai. Che li odierò fino al giorno in cui potrò di nuovo dire..fanno schifo ma almeno stanno crescendo. E che farò di nuovo l'errore di tagliarli corti, perchè su, insomma, adoro i capelli corti. Mi fanno sembrare ancor più la persona sicura di me che non sono.
Rimetto la mia maschera. E' sincera quanto l'altra, ma è un'altra maschera. Una persona diversa.
Vi leggo perchè ho piacere a vedere cosa c'è nella gente. Ammetto che si, è anche un pò perchè contrasta con il mio dolore o lo accompagna. Quello di fondo, quello di cui ho parlato alla maggior parte di voi, quello che non se ne va nemmeno quando sorrido. Non è passato, ma io sto bene. Mi piace farvi sapere che sono qui quando avete bisogno, ed è davvero così, anche se forse non sono la persona che desiderate. Ma mi piace pensare che in qualunque momento se vorrete sarò lì a raccogliervi. Non vi nascono che mi fa sentire meno sola, forse più importante. C'è un tocco di vanità in più, in ognuno di questi gesti, più di quello che forse avete creduto.
Ma preferisco essere sincera, in questa menzogna.
Quanto ai capelli. Li odio. Li odio. Li odio.