5 novembre 2011

Ho bisogno di altro.



Qui non respiro.
Non c'è più spazio.


Io non sono solo versi, anzi, non lo sono da tempo, nemmeno un po'.
Aggiornerò di rado, nella consapevolezza che questa è roba pubblica.


E si è sinceri solo quando non c'è nessuno a giudicare.

4 ottobre 2011

Sgretolarsi

Chi dice che non ho un'identità, da sola.
Chi dice che la mia identità non gli piace.


Arrivare al punto di non fidarsi nemmeno della buona volontà
di chi apprezza..


Non so più dove guardare, non so cosa pensare, non so cosa mi piace e cosa vorrei e che cosa mi sta bene. Non so che reazioni avere, non so di che parlare, non so perchè sto aspettando e che cosa, non riesco ad aprire gli occhi e dire..Ehy! Non importa di voi.


Non so dire
che non mi interessa. 
Mi importa, continua ad importarmi,
e non mi spiego perchè.


Non c'è più la minima poesia qui dentro. Non ci sono più nemmeno io.
Non scrivo più niente.
Non sono più parole.
Non sono più versi.
Non sono più niente.


Mi sto sgretolando..

4 agosto 2011

Alla ricerca di cosa?

Non so bene che cosa, ma qualcosa sta cambiando. Come al solito soffia il vento di cambiamento, quando comincio a vestirmi diversamente, sento l'esigenza di tagliare o cambiare i miei capelli, quando non ho voglia di giocare, e cerco disperatamente qualcosa di nuovo. E' un nuovo periodo, ma mi sfugge, mi sfugge quale, e che cosa. 
Torte, cucito, uscite, terrore di relazionarmi con i miei. Un improvviso senso di impotenza di fronte agli obbiettivi, ritardo, ritardo, ritardo, e rifiuto comunque di svolgere i miei compiti. 
Sentirsi un passo indietro rispetto al mondo ed alle persone. Al tempo stesso temere di entrare nel mondo vero. 


Sto cercando qualcosa, credo, e non riesco a capire che cosa..

1 agosto 2011

La famiglia come risorsa conoscitiva?

Quand'è che è calato questo muro di fronte a noi,
e lui ha cominciato a pensare che io fossi 
insensibile,
e lei ha cominciato a pensare che fossi vuota,
ed io ho cominciato a pensare
che aveste tutti ragione?

12 luglio 2011

Strappando il velo nero..

Quanto segue, l'ho trovato da poco, a distanza di piu' di un anno, e ci tengo a conservarlo. Era importante.
 
Io credo che sia successo oggi, per l'esattezza qualche minuto fa, che è finito questo amore. 
Credo che sia stato nel momento esatto in cui lei mi ha detto 
"mi sto abituando a stare da sola".
Perchè in quel momento io non ho sentito quella frase, ma ho sentito chiaramente, lucidamente, completamente, le parole
"sto imparando a non amarti più". 
 
Questo mese.
E' stato uno strascico così lungo, passato tra i dubbi e le incertezze di non aver fatto la cosa giusta, passato per la felicità del suo nuovo lavoro, passato per il paradosso del "ci sentiamo più adesso che prima", passato per le lacrime che ho pianto quando solo DOPO che l'ho lasciata, incredibilmente mi ha detto le due cose che in un anno e mezzo avrei tanto voluto sentirmi dire,
"sono gelosa di te perchè adesso so che il tuo amore non è più scontato"
e un'altra frase ancora più bella, che paradossalmente non ricordo, adesso,
come se la musica che sto ascoltando coprisse completamente i ricordi
per non farmi pensare a quanto tutto questo sia a dir poco
assurdo,
a dir poco
triste.
 
Lo capisci? Il mio amore era dato per scontato. Il mio amore era banale, era una regola, era una cosa appurata, già detta, vecchia, abituata, dimenticata. 
La amavo così tanto, come non ho mai amato nessun altro al mondo, come non so se riuscirò mai più ad amare qualcuno. La amavo così tanto da costringermi a darle tutte le certezze, tutte le certezze al mondo, in qualunque modo, in qualunque maniera, perchè capisse che non l'avrei abbandonata. E ci sono riuscita così bene che per lei non serviva più dare da bere alle radici di quell'amore, perchè erano radici forti, erano radici che non potevano morire.
Ho dovuto strapparle e far morire tutta pianta, per ottenere, mentre stava morendo, l'acqua che aveva desiderato. Ma era tardi, e così 
oggi
esattamente oggi
anche lei ha rinunciato.
 
E' finito oggi, e la fine di qualcosa è così struggente, è così disperata, è così terribilmente inesprimibile, che esplodo dalla voglia di raccontare a qualcuno quello che vedo ora. E' per questo che scrivo a te, forse perchè puoi capirlo, forse perchè se nulla accade a caso allora magari anche queste parole potrebbero non capitare lì per errore.
Se riesci ad accettare che ti scriva tutto questo, e sono sicura che puoi farlo, allora mi farà piacere condividere con te questa corrispondenza.
 
Altrimenti basta la tua parola, senza remore, senza dispiaceri. 
 
 
E' come se poco fa avesse suggellato la fine di un amore che era cessato solo in teoria. Perchè non era cambiato nulla, ed è solo una settimana che sentivo qualcosa di diverso, nel nostro non cercarci più. E adesso ho solo aperto gli occhi, e lei stessa me lo ha detto senza rendersene conto. Adesso, solo adesso, la "mia" Lei è morta. 
Mi sento come se fossi in profondo lutto verso la me vecchia e la Lei che era nella mia testa.
Vorrei che potessi vedere il velo nero che sto strappando,
nella mia testa.
 
Fino ad oggi, a distanza di un mese, non avevo mai pianto davvero per lei, da quando l'ho lasciata.
Fino a questo momento 
non eravamo ancora
morte.
 
 
L'Amore, non quello che si ha per tutte le creature del mondo, ma lo stesso che c'era tra me e Lei, tra te e Lui, quell'Amore,
ci mette un mese prima di darsi la morte?
E' così poco..
 
Claudia.
 
 
P.S. scusa gli "a capo" strategici. Li faccio dove respiro credo, mi vengono naturali.

(24 Maggio 2009)

5 luglio 2011

Credere

Ho deciso che voglio crederci, e che forse sono solo io a convincermi che non sia così.
Basta mettere le mani avanti, e basta dare tutto per scontato.
Voglio crederci, perchè è una cosa bella, e perchè mi fa stare bene.
Voglio crederci perchè è impossibile che non significhi nulla.
In effetti,
significa molto.
Me ne rendo conto sempre di più.

28 giugno 2011

Anesthetized



Sarebbe molto più facile se potessi rispondere che sono stronzate
e che sono indignata per quello che mi ha detto.
Ma è troppo facile guardare le cose solo se le indica il nostro braccio, e se il nostro sguardo
ci si posa direttamente.
So che esistono punti di vista che non mi dovrebbero nemmeno sfiorare, ma di cui non posso non tenere conto.

Anaffettiva.

E' così terribilmente simile
a tutto quello che ho detto 
fino ad ora
di me.
E della mia nuova creaturina.


Lo dicono tutti, o lo lasciano intendere.
Per questo dev'essere vero.
Io lo so che non c'è solo qualcosa di morto
dentro di me..lo so..ma non riesco a trovare..il resto..
Tutti lo percepiscono, che sono lontana,
persino chi è troppo buono per arrendersi,
ha capito, o ha visto, o..non so..


C'è qualcosa, o sono solo arrogante?
Ho perso la capacità di dimostrare che amo la vita
le persone
le cose,
oppure è da qualche parte
e devo solo trovarla?

25 giugno 2011

L'estate sospira sulla mia falsa esitenza

Oggi è stato degno di nota. Ho fatto la mia prima cosa estiva di stagione. I miei piedi hanno toccato la sabbia, e poi l'acqua, e le mani il legno del molo(?), gli occhi li ha sfiorati il sole durante un viaggio, e mi sono ricordata che cosa mi piaceva della vita, quando non esisteva "l'altra" vita.
Faccio un passo avanti; non sono sicura di riuscire a non farlo anche indietro.
Devo smetterla di sentire come mio tutto quello che sembra una parte vitale della mia mente.
Non esiste 'mio' non esiste 'tuo' nè 'suo'. Esiste il cambiamento, dopo il male, il cambiamento dopo il bene, che non è un onda da sola, che fa su e giu', ma una superficie che si muove in una tridimensionalità dinamica.
Ovvero, non temiamo la noia dello star bene. 
Non è vero che peggiorerà, ma solo, cambierà.




Nel frattempo, mentre aspettiamo che il mio cervello se ne convinta, come lo spengo?
Perchè fa così male ogni volta, per ogni stronzata!?

16 giugno 2011

Ti spegni senza un suono



Prima o poi finirà. Cosa sto aspettando?
Sto aspettando qualcosa.

Stiamo tutti aspettando qualcosa.
Siamo in attesa dell'ultimo istante, 
quello che darà il senso a tutto,
non dovremo più camminare.
Eccolo, arriva, lo vedo, sono vicin..


...


Spegnersi, e finalmente dormire
per l'eternità.




Ho solo bisogno di capire perchè
tutto quello che faccio sembra essere solo un modo
di ingannare il tempo.
Ingannarlo, per cosa?
Cosa voglio?


Il gdr mi uccide la vita, 
lo so.


Anche stasera "smetterò, adesso basta,
sono troppo presa, fa male, fa orribilmente
male"..
Ed eccomi, come sempre, a rinunciare.

15 giugno 2011

La dimensione del sorriso di un morto



Non ne sentirò mai il calore del sorriso, la voce ed il suono delle loro risate, i miei occhi ne conosceranno solo scatti immobili, e non potranno riflettersi nei loro, nè le labbra assaggiare i discorsi e le parole che avremmo potuto scambiarci.
E' così poco, quello che possiamo avere delle persone, al mondo.
E' così poco, quello che possiedo..


..ero così felice quando qualche ora del mio tempo era servita a conquistare un suo complimento, e persino la poca soddisfazione si era spenta in quell'entusiasmo.
Era come se avesse detto "si, ora so che da qualche parte, nel mondo, ci sei anche tu", e magari per qualche secondo i suoi pensieri sono andati alla persona che lo aveva ombreggiato e sfumato con cura, e questo bastava a nutrirmi per mesi.


Questa è la dimensione della mia felicità, quel giorno,
questa è la dimensione della mia sofferenza, adesso.


Non serve a nulla essere vivi.

Non sto soffrendo. Non sento niente.





E' nella mia testa.
Non sto soffrendo davvero non sto soffrendo davvero non sto soffrendo davvero.
La psicologa l'ha chiamata depressione, o qualcosa del genere.
Non quella vera, ma qualcosa che ci assomiglia.



Ecco perchè sono silenziosa.
Non provo nulla.
Quasi mai.
L'entusiasmo del momento, e poi basta.
Pochi e lievi desideri,
poco e lieve entusiasmo.
Tutti grigio, spento, vuoto.


Le lacrime arrivano nel momento meno probabile,
quando le capacità di un altro si prendono con merito
quello che io non sono stata capace di raggiungere.


No, non sono lacrime.
Gli occhi soffrono, 
la visione è sfocata,
ma non piango.


Non ho parole, non ho pensieri,
sono LUI in tutto e per tutto,
Yael è scomparso,
Andre non è mai esistito(?), o non avrebbe voluto.
Perchè?


Ha assorbito la mia anima..

23 maggio 2011

Inerzia



Presumibilmente, è vedere che ci si lamenta,
senza tentare di cambiare le cose.
Esattamente come faccio io ogni giorno.


Quando ho smesso di vivere?
Quand'è che sono tornata nella dipendenza totale,
al punto da trovarmi inquieta e nervosa
se per una sera non seguo le mie abitudini?

2 maggio 2011

Non c'è futuro. Domani, sarò ancora qui?


Non è nell'Arte il futuro di una giovane vita
che la vita giovane non è mai riuscita ad apprezzare.
Non è nel pensiero umano, il futuro di una vita
che non riesce ad emergere dalla moltitudine
dei troppi 'Io'.
Non è qui, in questa casa, nel calore di chi l'accusa
di cinismo ed egoismo, che la vita troverà l'aria,
nei giorni in cui l'aria gocciolerà da una fessura.

E poi gli specchi riflettono immagini così diverse
tra un ramo e le sue radici. Madre! 
Sto fuggendo dalla mia fotografia, e sono davvero
il mostro che con quel sorriso hai illustrato,
in modo così arrendevole e deciso, semplice,
o solo un riflesso del muro liscio che ormai
ci separa?

27 aprile 2011

La farfalla vive un solo giorno


Nessuno si accontenterebbe mai del 'vissero per sempre felici e contenti'.
Tendiamo alla felicità, tendiamo al rosa(?), tendiamo a raggiungere una meta,
tendiamo a cercare l'immobilità.
E non appena raggiunta, essa perde qualunque forma di fascino, divenendo semplicemente MORTE.


Nel movimento c'è la vita. Nel cambiamento scorre la linfa del mondo.


Non so se è solo una mia impressione, ma la classica frase dell' 'avere paura di essere felici', ha senso nel momento in cui la felicità si presenta come uno stato di immobile stasi, di equilibrio troppo perfetto, che la persona teme di poter perdere, più che di acquistare. Oltre la felicità, non c'è più nulla a cui tendere. E c'è troppo da perdere. E forse desideriamo davvero perderlo, per poter avere ancora uno scopo, qualcosa da cercare, qualcuno a cui pensare, una strada su cui far camminare i nostri piedi.
Quando guardi l'orizzonte, vuoi davvero raggiungere quella linea lontana? Il mondo non te lo permette, per salvaguardare il movimento, per salvaguardare la tua vita. Il mondo non vuole che raggiungiamo la meta, vuole che continuiamo a camminare, persino tornando più volte sui nostri passi.


Non raggiungiamo mai l'orizzonte, perchè resteremmo vuoti.



Il bruco vive per settimane
desiderando di diventare farfalla.
La farfalla non ha alcun desiderio,
e, assaporato il primo volo colorato,
dopo un solo giorno muore.

4 aprile 2011

Lacrima


E' calda, l'umida macchia che colora di notte quel viso.
Vorrebbe essere capace di non fare del male,
ed invece dilania le carni languide su cui le piace
strisciare. 

Tanto se ne vanno tutti (?)


Tanto se ne vanno tutti..
..da qua se ne vanno tutti.
Non te ne accorgi ma
da qua se ne vanno tutti.


Trattieni. Trattieni. Trattieni.
Esplodi.

E' matematico.
Ho solo sperato
che non lo fosse.

Qual'è il punto, stavolta?
Che non va bene che voglia essere indipendente?
Che essere indipendente vuol dire esserlo sempre,
non aver mai bisogno di nessuno,
non poter venire, all'una di notte,
a svegliare i miei genitori perchè mi sento male,
anche se in vent'anni non l'ho mai fatto?


Essere indipendente vuol dire 
sentire il peso di ogni centesimo 
sborsato dai miei genitori,
quasi fosse un sacrificio enorme
della loro ricchezza?

Tanto se ne vanno tutti,
da qua se ne vanno tutti..


Essere indipendente, non significa non aver bisogno di nessuno..

16 marzo 2011

Ma non vuoi crederci

"Se la persona A viene indotta 
a credere che la persona Z abbia una certa caratteristica, 
il comportamento che A tiene con
può portare quest'ultima a manifestare esattamente 
quella caratteristica"


Che è quello che ho sempre sostenuto. 
La persona che non mi vuole più ha voluto credere 
che volessi uscire dalla sua vita, 
inducendo inconsciamente tale comportamento. 
Amo questa facoltà. 

12 marzo 2011

Sarebbe comodo che fosse una malattia



Sono stanca. Fisicamente stanca, sempre, di continuo. Non riesco a stare in piedi più del necessario, non riesco a camminare per lunghi tragitti senza lamentarmi e desiderare di arrivare. Non riesco nemmeno ad intrattenere relazioni sociali troppo a lungo, e mi viene sonno con esagerata facilità, durante il giorno. 
La notte dormo male. La notte non riposo affatto e mi sveglio ancora assonnata. Vado a dormire tardi, come sempre e gli impegni vogliono troppo spesso che mi svegli presto. Altre volte non ho le forze nemmeno di uscire dieci minuti da casa. Davvero, riesco solo a pigiare i tasti del pc, ma persino giocare -e questo è doppiamente preoccupante- mi fa sentire gli occhi pesanti e poca lucidità mentale.
Tutto questo da un mese, forse di più, ormai.
E nell'ultima settimana si è accentuato, sebbene fortunatamente abbia avuto la buona idea di darmi malata per qualche giorno e sparire. Nessuno ha capito. O forse in pochi. Non chi avrei voluto.


Se solo potessi, mi chiuderei in casa con la mia musica, la vicina, caffè, pc, silenzio. Se solo potessi, riposerei per settimane, per mesi, senza la preoccupazione che questa scelta implichi l'abbandono.
Ma la gente si stufa di aspettarti. La gente non capisce, e quindi si stufa. E' lecito, ed è un giusto macigno sullo stomaco, un altro.


Persino le compagnie più piacevoli non sono desiderate, e prego che arrivi presto il momento di restare sola. Con poche eccezioni. Le eccezioni che non mi fanno pensare. Che non pretendono nulla da me. Che non mi danno un ruolo da seguire, e che dunque mi lasciano libera. Forse non capiscono, ma si adattano bene. 

Che non mi danno un ruolo da seguire.

7 marzo 2011

Questione di numeri



Spegniamo le vibranti note
del malinconico odore antico
dei ricordi e le memorie
distanti.

Spegniamo i colori accesi,
sacrificando i nostri occhi
per far respirare il morente cuore
offeso.

Spegniamo la nostalgica
prima persona plurale,
riducendola ad un giusto singolare
solitario.

Solo io, ora, tra le dita,
tengo il potere delle stelle,
e chiudendo le mani,
eclisso la loro vita
senza aiuto.

Spegnevamo
Noi. Insieme. Un tempo.
Spengo
Io. Da sola. 
E adesso.

21 febbraio 2011

Alla deriva.


Mi hanno detto che non posso mettere un 'basta' ad ogni onda che cade giù.
Mi hanno detto che non posso mettere un 'sono stufa' o 'sono stanca'
quando sento di non potercela fare.

Allora andiamo avanti così. 
Perchè le cose cambiano,
ogni giorno
si torna su.
Per cadere meglio, 
irrimediabilmente,
una volta ancora.

"Ogni giorno
una nuova vita" 
diceva qualche saggio.

Andiamo alla deriva
ed ogni giorno ci contraddiciamo 
l'esistenza.

Alla deriva,
e se la smetto di preoccuparmi
è perchè sparisco.
Se non la smetto,
è perchè non le do pace.

Vorrei fosse più semplice 
smetterla. 
Voglio farlo diventare così,
se nessuno mi da' una buona ragione
per non farlo.
Non posso essere stanca (?)..


Le crisi non le reggo.






Non sono felice. Ma passo dei bei momenti. C'è chi dice che alcune persone mi fanno un brutto effetto. C'è chi dice che altre mi fanno bene, e mi danno il buon umore. Continuo a non dar retta al senso comune, ma per quanto?
Nel frattempo, respiro il profumo di alcuni sorrisi. 
Bellissimi sorrisi. 

14 febbraio 2011

Dal giallo al blu


Un anno fa. 
Io me lo ricordo bene,
benissimo.

Dal primo sorriso, alla prima risata, all'ultima.
Cantammo i Placebo a squarcia gola,
di notte,
quando avremmo potuto dormire,
dopo una cena di complicità.
Birre, su birre, su birre
su birre.
E Palladio, la sua villa notturna,
senza allarmi, probabilmente,
perchè feci la mia prima azione illegale,
entrando a vedere le immense colonne
con i miei occhi,
per sentirmi una sola, infinitesima, parte del mondo.
L'amore. L'amore. L'amore.
La macchina.

Un anno fa, 
ad oggi,
tutto è così diverso.
Ma non ho rimpianti.
Ad oggi, sto bene.

8 febbraio 2011

Un pezzo della verità



Sono tre giorni che apro e chiudo questo blog. Tre giorni che scrivo bozze, e non pubblico nulla, perchè so degli occhi che leggono, e so di quelli che non leggono, ma che dovrebbero leggere. Vado avanti a tentativi, sperando di buttare giù due righe di decenza, e non ce n'è mai. Questo è l'ennesimo tentativo, per cui, se state leggendo -ebbene si, non mi rivolgo mai ai presunti lettori di qusto blog, oggi è la prima volta che lo faccio seriamente- è evidente che sarà stato il tentativo giusto.

Ecco la verità, gente che legge. Sono stanca. Un classico, lo so. Stanca di cercare di fare del mio meglio per fare andare le cose in modo che si faccia male meno gente possibile, e scoprire che alla fine non serve a nulla. Che poi, ora che ci penso, per qualche motivo negli unici due esempi concreti che mi vengono in mente al momento, oltre alla sottoscritta -che non ne esce mai indenne, mi dispiace, sarà vittimismo, ma a me sembra proprio così- quella che ci rimette nel concreto è Gaia. Si. Si, oggi vado di nomi. Odio i nomi. Rendono tutto così terribilmente POCO POETICO, in questi casi. Ma questa situazione..dai, su, che cos'ha di poetico? Ho provato a scrivere in versi, ho provato a non scrivere, adesso provo anche così, nella prosa più colloquiale che mi riesce, fosse mai che improvvisamente possa scoprire che va tutto bene.
No, non va bene proprio niente.
Ho addosso molte più responsabilità di quelle che avrei voluto avere, volente o nolente. Compresa la responsabilità su me stessa, perchè non voglio cadere in depressione. Lo so come funziona, nel mio mondo. O scappo da tutto, per non avere niente, che è il modo migliore per potersi lamentare ma non avere problemi, oppure tutto mi viene tolto, che è il modo più comodo per restare passivi di fronte alla vita, e fare comunque la suddetta fine. E da quando in qua io non mi piego al girone degli ignavi? Fosse mai.
Così ecco, camminiamo sul filo, e cadiamo da una delle due parti, come se ce ne fosse una che fa meno male. Non c'è. Il pavimento è lo stesso. Si cerca solo di cadere con il viso rivolto verso la luce.
Si, lo so io di cosa sto parlando. E nessun altro, probabilmente, anche se c'è chi sa interpretare bene le mie parole. Non è una lettera a nessuno, questa. E' una lettera a me stessa, per ricordarmi anche quanto mi condizioni sapere che qualcuno può vedere quello che scrivo. E tuttavia mi è passato il coraggio di spegnere questo blog ad occhi altrui. Perchè?

Vorrei fuggire. Orvieto, mi manca. Quei giorni da sola, decidere che non avevo voglia di uscire, o che invece avevo davvero voglia di restare ore in un parco, o ore a bere il cappuccino davanti alla cattedrale, senza i tempi di nessuno, se non i miei. Mi manca il coraggio? Dove sono andata a finire? Ho paura che non possa funzionare? Ha funzionato?
Sto bene, con mia sorella, a casa. Sorella, Giada, la mia vicina, che vive con me e forse è la benedizione che mi tiene in piedi, e non ha bisogno di parole. E' come non dover restare per forza da soli con uno schermo. E' come se fossimo una famiglia, io e lei.
E poi ci sono una marea di sogni che non la riguardano, una marea di frustrazioni che mi uccidono, e continuo a sopportare, perchè l'uomo è masochista di natura, perchè l'uomo ha paura, perchè io ho paura, o forse sono buona, o forse ho il terrore di restare indietro. Di essere lasciata indietro.
Ecco perchè sono la prima a farlo.
Cosa ho scritto?

Spegniti. Sparisci. Premi un pulsante e tutto è finito. Ma non funziona così. Non si smette di provare emozioni e sentimenti semplicemente quando si decide di farlo. Oh, ma succede. Succederà. Se almeno non dovessi aspettare in questa agonia, ma semplicemente, da un giorno all'altro il mondo dicesse "non vi conoscete" o "è tutto finito". Feriti e morti, si riprende a vivere dopo di loro. Ma con chi sta morendo, ogni giorno è la tragedia più grande.

Non posso lamentarmi se nessuno sia contento della mia (presunta) felicità. La cosa peggiore è che non lo si può contestare, quando si vede un comportamento tale a quello che avremmo noi. Non posso lamentarmi se invece di stare bene, ora che ho più del tutto, passo i miei giorni a logorarmi, attaccare ed essere attaccata, come se ci fosse un gusto particolare nel distruggere tutto il prima possibile.
Stiamo distruggendo tutto. Forse solo io. Forse quello che voglio è che sia più semplice odiarti, odiarci, lasciarmi odiare. E' così che sta andando. Il primo passo è fatto, il primo giorno è venuto..

E' molto più semplice odiare chi si ama, piuttosto che chi ci è indifferente..
Il mio Y. non mi può salvare. Sto annegando. Affogo. Non posso sopportarlo.

Ho scritto questo per voi? Coda di paglia, nel chiederlo di continuo e negarlo? Forse.

Strappatemi qualche altro pezzo.
Così finalmente resterò senza cuore.

2 febbraio 2011

Buone intenzioni

Semplicemente non capisco cosa ci si aspetta che io faccia.
Qual'è il senso di tornare a casa con il viso grigio, e i capelli colorati,
le mani tremanti e i polmoni che temono di non respirare più?
Troppe sigarette, 
per questi discorsi.


Voglio levarmi il fiato, bruciarmi la carne, stracciarla finchè non sarà viva, 
e non conterà più nulla il mio pensiero,
il dolore coprirà gli errori,
perchè la sofferenza, come l'alcol,
è la scusa giustificata
per dilaniare 
le buone 
intenzioni.

La perfezione di ciò che si è sempre cercato, 
una sfera morbida, calda, che si adatta
al corpo indurito di un'anima ferita,
e lo avvolge, cullandolo nella sua
litania invitante.


E l'imperfezione pura, incompatibile,
da sempre impossibile, sognata
senza un motivo conosciuto,
consapevolmente dannosa, 
inadatta, così terribilmente
insoddisfacente,
eppure in qualche modo
piena.

Piena.


Cosa diavolo dovrei fare!? 
Gettare al vento me stessa per il nulla, o tenere me stessa ed il bene, piangendo da vecchia, sul letto di morte, in un cliché maledetto, di quanto in quei giorni avrei potuto gettare via il buon senso e vivere la vita dei dannati?

NON    VOGLIO    PRENDERE    NESSUNA    STRADA   !

24 gennaio 2011

Tutti ugualmente identici

CI SI METTE D'IMPEGNO PER FARE QUELLO CHE NON SONO RIUSCITA A FARE.
LA SCUSA E' CHE NON CI HO MAI PROVATO DAVVERO.
MA COME BRUCIA,
BRUCIA.

E' LA SCUSA PER NON COMINCIARE
O NON CONTINUARE.

LEI E' MIGLIORE.
ANCHE LEI E' MIGLIORE.
SOLO SE FOSSE UN TALENTO DIVERSO, SPECIALE, UNICO,
SAREBBE GIUSTIFICATO.
MA LA REALTA' RITORNA, ORA, SEMPRE,
RITORNA, E SUGGERISCE
CHE IN TUTTO IL MONDO
SIAMO UNICI E UGUALI ALLO STESSO MODO.
NON SONO NESSUNO.

E CI SONO TROPPI 'MIGLIORI'..

18 gennaio 2011

Il Silenzio della Battaglia


Mantenere il calore senza risposta,
il silenzio è la battuta dei feriti,
che lacerando le carezze dei vivi
versano il sangue del massacro di se stessi.

Masochisti, non si lasciano curare.

E le attenzioni lacerate, allontanate,
depredate nelle loro buone intenzioni,
non trovano altro cuore acceso, nel dolore.
Affogano dolcemente tra le mani,
-dolci mani- della sera silenziosa.

Della sera che sorride.

16 gennaio 2011

Keep on walkin'

Un passo avanti.
Cantare davanti a qualcuno. E divertirmi.
Un passo avanti.
Affrontare una persona nuova. In casa.
Un passo avanti.
Qualcosa di nuovo. Qualcuno, anzi.

E adesso..
adesso dobbiamo farcene una ragione.
E continuare a camminare.

Ma sulla stessa strada.
Per favore.
Sulla stessa strada.


Non scappare.

No, avrei potuto sentirmi dire lo stesso,
e non l'avrei potuto accettare.


AGGIUNTA:

IO: Non funziona, NON FUNZIONA andando via!
LEI: è l'andando via che mi preoccupa

IO: non voglio che lo fai
LEI: spero di riuscirlo a sopportare

IO: perderemmo tutto..
LEI: ..lo so

12 gennaio 2011

Ne sento il rumore. Il cristallo. Cade e si frantuma.



Mi fa cagare tutto questo.

Se solo non fossi così razionale, escluderei il mondo, e diventerei folle.
Mi creerei il mio castello ed i miei sogni.
E non starei qui a piangere perchè è tutto sbagliato.
Perchè si sta rompendo qualcosa.


7 gennaio 2011

Un altro passo

Ho bisogno di respirare.
Ho bisogno di scoprire che c'è dell'altro,
fuori dalla nostra bolla,
e questo solo perchè tu stessa
hai scoperto che ce n'è.

Sembra quasi che i tuoi problemi
nella mia testa riguardino solo me,
quando so bene che la tua vita è altra.
E allora devo capirlo
non solo con la testa
ma nell'anima.

Non posso più scegliere solo te
senza almeno farmi venire il dubbio
che ci siano altre strade.

In verità i tuoi problemi sono altrove.
Sono io che ne invento di nuovi.

NON C'E' NESSUN PROBLEMA.
E se c'è,
sono stata io a crearlo.
Ecco perchè da oggi queste parole
e i versi
tornano a diventare
solo miei.

6 gennaio 2011

Arriverò su un pianeta lontano


Pensiamo agli esseri per cui proviamo amore,
che vorremmo accanto,
che non ci mettono di fronte ad uno specchio,
terribile riflesso di noi stessi,
li scegliamo,
creature bellissime, con difetti
sopportabili,
completamento
dell'anima perduta,
la nostra.

Illusione.
Illusione!


Nessuno è l'individuo che amiamo,
ma la proiezione che abbiamo di lui,
per quanto completa, per quanto
precisa,
una proiezione.

Nessuno.
Tutti sono un'illusione.

E dare il nostro cuore ad un'illusione, questo ha senso? Non lo ha.

La sufficienza con cui le persone trattano
i nostri entusiasmi.
Invece di partecipare, annuisci e trovi i motivi per smorzarlo.
La disperazione delle nostre righe o delle
nostre parole.
Sono io, che non so farmi apprezzare, 
o gli altri, mai soddisfatti?

Vorrei non essere umana,
Maxwell Demon,
solo musica e nessun indecisione.
Vorrei non essere umana,
per non dover sopportare
i tuoi cambiamenti d'umore,
ed i miei.
Per non dover sopportare
le mie colpe,
le vostre,
le sue,
le tue.

Mi basta odiare quei cambiamenti, i miei, 
non ho bisogno di odiare dell'altro,
dunque allontano la gente,
che si fa odiare in modo
così semplice.

Adesso sono sola, 
lo sono sempre stata,
lo siamo tutti,
quindi non è una tragedia.
Devo capirlo, accettarlo, condividerlo, volerlo.

Non voglio più essere André.
Non più.
Lui prova troppo dolore.
Fa male.