31 luglio 2009

Sono io, lo so che sono io.

Non va sempre male.
E' che mi viene voglia di scrivere solo quando provo dolore.
E' che me la prendo sempre per troppo poco.
E' che somiglio rovinosamente troppo a mio padre.
Ti amo.
E tu, mi ami davvero?
E allora, perchè non capisci?
Perchè mi rispondi in quel modo e non mi chiedi nemmeno scusa?
Perchè non mi ascolti, e non mi rispondi, almeno con una sola parola?
Perchè mi chiedi di dormire, e appena lei ti contatta, non sembri avere più sonno?
E' più divertente di me.
Non se la prende per queste stronzate.
Ecco perchè.

28 luglio 2009

Il dolore si alimenta da solo.

Per una volta ho voluto assecondarti.
Ho deciso di fare quello che volevi far tu. Invece di farti pesare di essere lontana, ho deciso di accompagnarti e seguirti così lontano.
Ho pensato che percorrere una strada nuova, forse, mi sarebbe potuto piacere, con te.
Provare va bene.

E hai cambiato idea.

Mi sembra che tu lo faccia apposta, e la cosa peggiore è che non vorrei risentirmene.

Perchè ti sto perdendo.
Non so se sul serio, o solo dentro di me.

Ma continuo a scrivere le stesse cose, e son passati solo cinque mesi. Continuo a scrivere di aver paura di perderti, e so che lo sto facendo, pronunciando queste parole. Continuo a scrivere che delle volte proprio non ti capisco, che sei tu che devi cambiare.

Sono un'ipocrita se dico che penso di essere nel torto.
Eppure, in quel poco di logica che mi è rimasta, e non l'obiettività che ho definitivamente perso, vedo che sono io stessa, con i miei pensieri, con i miei dubbi, le incertezze, le gelosie, l'invidia, e ogni altro difetto, a provocare ciò per cui sto male..


Quando rileggerò righe come queste, penserò lo stesso che penso quando leggo il mio Diario dei tempi in cui ero con il mio ex.
Penserò che si, vedi Claudia, i problemi c'erano già allora. Ci sono sempre stati, e hai sempre cercato di farli sprofondare, di sopportarli, di chiudere gli occhi. O forse ti sei sempre e solo presa in giro, alimentandoli.

Come chi getta alcol sul fuoco, fingendo che sia acqua.

5 luglio 2009

Non respiro

Non ho neanche le parole per scriverlo.
Non respiro.
Mi manchi tu. Mi manca l'aria.
Non ci penso, ma se ci penso il tempo raddoppia, triplica, si ripete, non finisce mai.
La rabbia sale.
E le lacrime con lei.
Quando non puoi fare nulla.
Quando dipendi da qualcuno.
Non puoi fare niente per cambiare le cose.
Passiva, sola, abbandonata sanguinante,
da te.
Quant'era che non piangevo così? Di notte?
Anni.
E anni.

1 luglio 2009

Trascurata.

E' esattamente questa la parola.

Odi et Amo

E poi scrivere.
Scrivere fin quando le parole non vogliono più sfiorare questi fogli.
Scrivere finchè esse, pigre, dormiranno all'interno dei tuoi pensieri e i pensieri stessi vorranno avvicinarsi a posti più sicuri, stanchi di questo continuo tremare.

Quando la pazienza diventa vanto.
Quando il vanto diventa possibilità di eccezione.
E quando l'eccezione diventa l'inconsapevole regola.

A quel punto la pazienza diventa un'ossessione, eppure resta irraggiungibile.


In realtà sto male. Inutile che inganni me stessa, inutile pure che mi costringa a dire di star bene, perchè sono stata peggio. Si, sono stata peggio e in molti stavano peggio di quanto non lo fossi io. Ma il male non si dimentica, nemmeno la minima goccia.
Quindi sento la sofferenza di questa situazione ed essa si somma alla sofferenza di lamenti sbagliati, perchè non dovrei gridare il mio dolore, potendo esso essere maggiore.
Ma la sofferenza c'è e rimane. E ora che potrei essere felice non riesco ad esserlo.
L'essere umano vuole sempre di più, non si accontenta mai.

Vorrei che mi amassi.
Vorrei che fossi l'unica cosa importante per te. Eppure vorrei che tu fossi felice per questo.
Vorrei che esistessimo solo noi, per evitarti le distrazioni, belle e brutte. Vorrei che il tuo sguardo e le tue parole, che ogni tua minima attenzione fosse per me.
E poi vorrei avere più pazienza, per sopportare un mondo che non è come vorrei. Per sopportare l'idea che intorno a te ci sia la vita, e non solo la mia persona.
Mi piacerebbe molto che anche tu avessi tanta pazienza, per sopportare me, che desidero il mondo come non è. Che desidero te più di qualunque altra cosa. Che vorrei la pensassi come me.
La pazienza potrebbe servirti per dimenticare l'egoismo di queste parole,
perchè io una vita ce l'ho,
perchè io una vita la desidero.

Eppure è perchè quando ero insieme a te non avevo bisogno di nient'altro, che soffro così tanto nel vedere che per te non è mai lo stesso.

Vorrei spiegare tutto questo con una frase, che ti amo così tanto da odiarti e amarti insieme, ma forse non merito di usare le parole di chi con esse ha regalato l'amore al mondo.


"Odi et amo.
Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio
et excrucior."