28 novembre 2010

Progressi

Non mi andava, veramente.
Ma una volta tanto ho deciso di immortalare
il primo sorriso ebete dopo MESI
e cresciuto spontaneamente,
in autobus.
Quindi scrivo qui, ora.


Ero felice.
Sono contenta.
Stavo bene, al punto da riuscire a riempire la mia vita anche della felicità degli altri.
Ora capisco. La sofferenza fa diventare egoisti.
Ma due giorni fa.
Oh.

Due giorni fa ero viva.
Un nuovo inizio.
Ero viva.

Un nuovo inizio?   (?)
Riparato un errore con l'umiltà!
Riparato il terrore con del coraggio!?
O mio dio.


P.S.
E si.
Anche questa volta

è merito tuo.
Anche se non lo sai.

24 novembre 2010

Striscio

Detesto condividere un sogno con qualcuno,
perchè potrei essere mille volte più felice
nel vederlo realizzato dagli altri
se solo fossi capace
io stessa
di prendere in mano
i miei sogni.

Oggi un gradino in più.
Devo stare attenta a non lasciarmi vincere
dalla paura di cadere.
Silenzio.
Terrò per me i progressi,
perchè l'aspettativa
rimanga sullo
zero.

Ma devo riuscirci.
E' tutto così terribilmente
giusto.
Vorrei non odiarlo.

Rinunciare a se stessi

Se rinunciare a se stessi significa
rinunciare alla morale che ci imponiamo
per essere ciò che vorremmo essere,
perchè ciò si scontra
con il rinunciare a se stessi che significa
rinunciare alla propria aria
per non gettare al vento
quello in cui crediamo?

Perderò la mia vita.
Ho paura,
terrore,
di scoprire che non posso farcela.

17 novembre 2010

Ti 'amo' e dove sono io?


Tanti ci osservano.
Più parole di quelle che pensiamo,
vengono spese per noi.
E dalle persone
intorno a noi,
le più improbabili,
ci seguono.
Ci pensano.
Sperano ed abbandonano
momenti,
ed emozioni.

Non lo sappiamo.
Non lo sapremo
quasi mai.

La tua sfera d'attenzione, quella più bella che avevo, e la più grande, sei davvero certa di sentirla tra le tue dita?
O forse l'ho resa impalpabile, per fingere che tu abbia meno importanza, per me, che tu sia meno 'tutto' di quello che realmente sei?
Ti senti sola.
Perchè questo mi offende?

Il problema è che hai ragione.
Sono io che non vorrei vedere come mi sto comportando in modo terribilmente incongruente.
Ti 'amo' e ti invidio, ti 'amo' e non mi piaci, ti 'amo' e penso che tu sia cambiata in modo così triste, ti 'amo', vorrei che fossi felice, e chiedo troppe attenzioni da te, che hai così bisogno di me, ora.

Ti 'amo' e dove sono io?

12 novembre 2010

Rosso e Nero

A me piacevano, quei giorni. Eravamo entrambe troppo impegnate, con troppe persone intorno, per diventare l'una il centro dell'altra. O per illuderci che potesse accadere. Semplicemente, non era nostra intenzione che accadesse. Io ero il tuo sfondo, la tela su cui disegnavi le tue fantasie di amori che non esistevano, e tu eri la mia, la mia tela su cui dipingevo l'unica compagnia che potesse darmi ascolto. Avevi i capelli neri, eri un'altra te, eri provocante, attraente, bella, ed amavi che la gente ti vedesse così. Eri in qualche modo a metà tra la certezza che la gente volesse amarti per il tuo aspetto, e la profondità che sapevo che avevi. Eri perfetta. L'unica che sapesse ascoltarmi, con cui potessi parlare, l'unica che ascoltavo così volentieri, che cercavo di aiutare più o meno attivamente. Non eri il centro, per cui non c'era bisogno di risolvere problemi tra noi, perchè i problemi erano altrove. C'era tra noi quel filo di lontananza in più, che ci permetteva di non scontrarci. Un piccolo spazio d'aria, tra me e te, che limitava i colpi e le ferite, e si lasciava usare come coperta per le ferite peggiori, perchè ancora potevamo chiuderci nell'indifferenza del "non ho bisogno di lei", e così siamo sopravvissute due lunghi anni.
Poi la tragedia. Prima la mia, ed è quasi stata una fortuna. Tu mi hai accudita, sei stata con me, mi hai accarezzata, cullata come nessuna madre avrebbe saputo fare. Non fu affatto una tragedia, a dire la verità. Non lo era. Perchè c'eri tu a compensare la mancanza dell'amore appena sconfitto, che tanto mi aveva deluso. C'eri tu, un'altra forma d'amore, affatto simile, e che quindi era l'unica a poter sopravvivere dentro di me. C'eri tu. Avevo anche bisogno di solitudine, non sempre riuscivi ad essere presente, ma in qualche modo non ne avevo bisogno.

La sottile linea d'aria restava, e solo più tardi ho scoperto che Lui era questa sottile linea d'aria.
Avrebbe dovuto restare. Non avrebbe dovuto permettere che io potessi illudermi che tu fossi 'mia'. Sei diventata parte della mia vita, e questa volta seriamente. Se prima eri la tela, ora eri il soggetto stesso, e tutti i colori che si porta con sè un disegno. Non c'era nessuno nella mia vita, e tu, che ti sei tinta i capelli di
rosso
, non avevi nessuno che potesse distrarti da me. Così abbiamo sperimentato cosa significasse diventare le protagoniste della reciproca esistenza. E i problemi. I problemi ora non erano più altrove. Sono qui davanti a noi. Non li posso battere. Non posso vincerli.
Tu non ci sei più. Com'è giusto, tu hai la tua tragedia da vivere, ora. E ci sei solo tu. Anche se mi vuoi bene. Anche se ti voglio bene. Io sono da sola. Tu sei da sola. Parliamo, e non sento nulla di quello che dici.
Sapevo che volevi uscire dalla nostra bolla, è un insopportabile silenzio che ci siamo costruite da sole. Anche io non la sopporto più, detesto respirare l'aria di chi ha troppo bisogno di se stesso, perchè mi assomiglia, e forse arriva oltre i limiti che invece io mi pongo.
Mi manchi. Mi manca quel periodo di stronzate e risate, di depressioni per motivi sciocchi, mi manchi tu, tantissimo, i tuoi saluti, i tuoi sorrisi. Adesso ci sono solo un mucchio di capelli rossi, troppa depressione, autolesionismo, troppo ego mio e tuo, poco spazio per l'altra. Non siamo più noi,
Gaia.
La tela lascia colare i colori, il disegno è distorto.
Odio i tuoi capelli.Mi manchi terribilmente.

Vedevo solo te.
Claudia.

11 novembre 2010

C'è qualcosa che si sta rompendo

Lo sto facendo di nuovo.

Ancora una volta.

"Io non ci sarò quando avrai bisogno di me"
Il concetto è questo.
Ancora.
E questa volta non ad un'amica qualunque, per così dire.
A LEI.

Dio santo.
Non so se c'è più egoismo, in questo,
o frustrazione del saperlo
e non tentare
di cambiarlo.

Perchè lo faccio?
Domani.
Domani ti prego,
ho bisogno di risposte.

6 novembre 2010

Il Nostro mondo


Una sfera perfetta, e perfettamente dipinta
d'una trasparenza equilibrata,
leggera come un soffio,
nostra.


Una sfera silenziosa, creata dalla sofferenza,
diventa un mondo in sè, proteggendo
la realtà dal vento forte,
nostra.




Tutto in bilico, tutto così immobile, bellissimo, in un'agonia di piacevole esitazione.
E d'improvviso si rompono i versi, si rompono le rime,
si rompe il silenzio, e la sfera ti sta stretta.
Respiri la sua prigione, l'ami, ma fuggi, chiedi altro,
lasciando il mio corpo da solo, agonizzante,
ad osservare, inutile, in un'inerzia stanca
un'anima che ha voglia di riuscire,
la tua, che chiede altro, e sposta il peso
troppo, troppo lontano.


Succede. Sta accadendo.
L'equilibrio è stato rotto dalla volontà
e dalla sua mancanza.


Quando l'avrai capito,
la sfera non profumerà più?
Non sarà più leggera?


Sarà la mia prigione cieca.
Vedevo solo te.

2 novembre 2010

Sono un'egoista, egocentrica, ego ego ego

Già.
Perchè io non avevo nessuno con cui parlare.
Nessuno che mi dicesse di chiamarlo, se fossi peggiorata.
Nessuno che dicesse: si, è vero. Stai davvero male, è una fase, ma è grave.
A me hanno detto che era la crescita.
Che era normale.

Potrei vantarmi di essere stata forte. Ce l'ho fatta! Urlerei.
E invece no. Ho solo soffocato,
archiviato,
nascosto.
Ma sono ancora qui.
E' per attirare l'attenzione,
al punto che l'importanza di questo post
non è su chi ORA soffre.
Su chi ORA ha bisogno d'aiuto.
Ma su di me, che invidio la sua sofferenza(!),
perchè a quella le persone danno attenzione.
Ma la mia è meno importante.
E' meno importante.
E più egoista.
Sono un'egoista.
Egoista.
Egoista.
Egoista.